RAFFINERIA METALLI CAPRA DISCARICA - LE VITI SONO SANE MA L'INCUBO DISCARICA FA CROLLARE GLI ORDINI DI VINO
IL CASO A CAPRIANO DEL COLLE
Il Consorzio: «diversi ordini disdettati per una paura ingiustificata». Prandini (Coldiretti): nessuna traccia nei campi. Rolfi: «Faremo una campagna di informazione»
di Pietro Gorlani
A fine 2005 il «cancan» sull’influenza aviaria che decimò milioni di polli nel Bresciano e nel Nord Italia ebbe come effetto collaterale il crollo del consumo di carni avicole. Che però erano del tutto sicure. In piccolo è un po’ quello che sta accadendo in queste settimane per le 23 aziende vitivinicole del consorzio Montenetto: le notizie relative alla discarica radioattiva Metalli Capra di Capriano del Colle - il fallimento dell’azienda, il rischio di fuoriuscita del percolato, poi rientrato grazie all’installazione di una nuova cisterna - hanno portato «dei clienti a disdettare diversi ordini» conferma il vicepresidente del consorzio, Davide Lazzari.
Un danno d’immagine ed economico notevole e del tutto ingiustificato, visto che l’inquinamento è circoscritto al perimetro della stessa discarica (particolare che il Corriere ha sempre sottolineato in tutti i suoi articoli) e non ha mai interessato nessun vitigno. Del resto solo mezzo ettaro di filari (dei 200 ettari coltivati tra Capriano, Poncarale e Flero) si trova in prossimità della discarica (vicina alla zona industriale di Fenili Belasi). E anche questo non è contaminato. Ora le istituzioni e le associazioni agricole rassicurano i consumatori. Ha iniziato il 16 settembre il prefetto Attilio Visconti, che in soli cinque mesi ha risolto uno stallo vecchio di trent’anni (l’anno prossimo verrà effettuata la messa in sicurezza permanente della discarica, avvolta in una gabbia di bentonite, con soldi della curatela fallimentare e del ministero). «Tutte le analisi effettuate nel corso degli anni e fino ad oggi dimostrano che le produzioni agroalimentari locali sono salubri e non esiste contaminazione alcuna dei terreni limitrofi alla discarica» ha rassicurato il prefetto.
Parole accolte e rilanciate con grande soddisfazione dal presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini e dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, entrambi bresciani. «Ringraziamo il prefetto per le azioni concrete messe in campo in questi mesi - è il commento di Prandini - e ci auguriamo che presto si possa chiudere questa sgradevole vicenda tranquillizzando i cittadini- consumatori sulla qualità e la salubrità dei prodotti agroalimentari di Capriano».
Rolfi fa sapere che la Regione è pronta «a concordare con il Consorzio Montenetto un piano di comunicazione che possa contribuire ad archiviare questa parentesi». Anche lui ricorda che «il vino e le produzioni agroalimentari di Capriano non sono mai state contaminate dalla discarica. Alcuni allarmismi non circostanziati hanno danneggiato aziende e imprenditori sporcando l’immagine di un intero territorio» e ringrazia il prefetto per aver velocizzato «il progetto di bonifica della discarica».
Coloro che maggiormente gioiranno del prossimo disinnesco della potenziale bomba ecologica sono i cittadini (anche se, va ricordato, nessun pozzo è mai risultato contaminato) e le cantine del Montenetto, le quali producono 400 mila bottiglie l’anno: «Ringraziamo tantissimo il prefetto perché il suo lavoro permetterà di estirpare questo cancro dal nostro territorio - è il commento del giovane Lazzari -. Certo pensavamo che questo potesse avvenire in maniera meno dolorosa. Siamo una piccola Doc che ha fatto fatica a farsi conoscere e questo danno d’immagine non ci voleva. Confidiamo nell’aiuto della Regione per poter rassicurare i nostri consumatori e riscattarci. Ricordiamoci che la presenza delle aziende agricole è essenziale per tutelare quest’isola verde a pochi chilometri dalla città dall’arrivo di nuovo cemento».
pgorlani@corriere.it
18 settembre 2019 | 10:55© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Consorzio: «diversi ordini disdettati per una paura ingiustificata». Prandini (Coldiretti): nessuna traccia nei campi. Rolfi: «Faremo una campagna di informazione»
di Pietro Gorlani
A fine 2005 il «cancan» sull’influenza aviaria che decimò milioni di polli nel Bresciano e nel Nord Italia ebbe come effetto collaterale il crollo del consumo di carni avicole. Che però erano del tutto sicure. In piccolo è un po’ quello che sta accadendo in queste settimane per le 23 aziende vitivinicole del consorzio Montenetto: le notizie relative alla discarica radioattiva Metalli Capra di Capriano del Colle - il fallimento dell’azienda, il rischio di fuoriuscita del percolato, poi rientrato grazie all’installazione di una nuova cisterna - hanno portato «dei clienti a disdettare diversi ordini» conferma il vicepresidente del consorzio, Davide Lazzari.
Un danno d’immagine ed economico notevole e del tutto ingiustificato, visto che l’inquinamento è circoscritto al perimetro della stessa discarica (particolare che il Corriere ha sempre sottolineato in tutti i suoi articoli) e non ha mai interessato nessun vitigno. Del resto solo mezzo ettaro di filari (dei 200 ettari coltivati tra Capriano, Poncarale e Flero) si trova in prossimità della discarica (vicina alla zona industriale di Fenili Belasi). E anche questo non è contaminato. Ora le istituzioni e le associazioni agricole rassicurano i consumatori. Ha iniziato il 16 settembre il prefetto Attilio Visconti, che in soli cinque mesi ha risolto uno stallo vecchio di trent’anni (l’anno prossimo verrà effettuata la messa in sicurezza permanente della discarica, avvolta in una gabbia di bentonite, con soldi della curatela fallimentare e del ministero). «Tutte le analisi effettuate nel corso degli anni e fino ad oggi dimostrano che le produzioni agroalimentari locali sono salubri e non esiste contaminazione alcuna dei terreni limitrofi alla discarica» ha rassicurato il prefetto.
Parole accolte e rilanciate con grande soddisfazione dal presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini e dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, entrambi bresciani. «Ringraziamo il prefetto per le azioni concrete messe in campo in questi mesi - è il commento di Prandini - e ci auguriamo che presto si possa chiudere questa sgradevole vicenda tranquillizzando i cittadini- consumatori sulla qualità e la salubrità dei prodotti agroalimentari di Capriano».
Rolfi fa sapere che la Regione è pronta «a concordare con il Consorzio Montenetto un piano di comunicazione che possa contribuire ad archiviare questa parentesi». Anche lui ricorda che «il vino e le produzioni agroalimentari di Capriano non sono mai state contaminate dalla discarica. Alcuni allarmismi non circostanziati hanno danneggiato aziende e imprenditori sporcando l’immagine di un intero territorio» e ringrazia il prefetto per aver velocizzato «il progetto di bonifica della discarica».
Coloro che maggiormente gioiranno del prossimo disinnesco della potenziale bomba ecologica sono i cittadini (anche se, va ricordato, nessun pozzo è mai risultato contaminato) e le cantine del Montenetto, le quali producono 400 mila bottiglie l’anno: «Ringraziamo tantissimo il prefetto perché il suo lavoro permetterà di estirpare questo cancro dal nostro territorio - è il commento del giovane Lazzari -. Certo pensavamo che questo potesse avvenire in maniera meno dolorosa. Siamo una piccola Doc che ha fatto fatica a farsi conoscere e questo danno d’immagine non ci voleva. Confidiamo nell’aiuto della Regione per poter rassicurare i nostri consumatori e riscattarci. Ricordiamoci che la presenza delle aziende agricole è essenziale per tutelare quest’isola verde a pochi chilometri dalla città dall’arrivo di nuovo cemento».
pgorlani@corriere.it
18 settembre 2019 | 10:55© RIPRODUZIONE RISERVATA
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