Corriere della Sera
BRESCIA / CRONACA
Sos del Prefetto: «Il governo dia fondi per la discarica Metalli Capra»
Il sito radioattivo di Capriano escluso dai fondi governativi: a rischio l’intervento di messa in sicurezza. Visconti: «Scriverò anche al ministero dell’ambiente»
La scorsa settimana il ministero dell’Ambiente ha stanziato 5,12 milioni per mettere in sicurezza sei dei nove siti bresciani contenenti scorie a bassa radioattività, prodotte dalla fusione accidentale di rottame contaminato. Eppure non è arrivato un euro per la discarica più grande, ovvero la Metalli Capra di Capriano del Colle, che contiene 82.500 tonnellate di materiale intriso di Cesio 137 ed ha una potenza radioattiva molto più elevata rispetto alle altre (ovvero mille Giga becquerel).
Un bel rebus, visto che il sito figura essere il secondo della classifica delle dodici principali «criticità» stilata da Isin (ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) ed inviata al ministero. Sito dove è sempre presente il problema del percolato, creato dalle abbondanti piogge, anche se per ora bastano le due nuove cisterne installate. Al primo posto di quella classifica troviamo l’ex cava Piccinelli in città (alla quale è andato un milione di euro); al quarto e sesto posto rispettivamente i capannoni dell’ex fonderia Capra a Montirone e Castel Mella, dove si trovano ancora fusti e cassoni contenenti scorie radioattive ( hanno ricevuto da Roma un milione di euro ciascuno). Al quinto posto la Service Metal Company di Mazzano (ha ricevuto 126 mila euro); al nono la Iro di Odolo (anch’essa avrà un milione), all’undicesimo posto l’Alfa Acciai (beneficiaria di un altro milione). Quest’ultima acciaieria, tra l’altro ha il materiale più contaminato già stoccato in fusti di cemento armato, quindi in parziale sicurezza.
La ratio della ripartizione dei fondi ministeriali privilegia i siti industriali. Ma a questo punto ci si chiede come mai è stato assegnato un milione all’ex cava Piccinelli, che è a tutti gli effeti una discarica. Per avere ulteriori informazioni i curatori fallimentari della Metalli Capra (Stefano Midolo, Davide Felappi e Leandro Di Prata) in settimana scriveranno al ministero, di concerto con Arcadis, la società specializzata in bonifiche che ha già redatto un progetto di copertura della discarica di Capriano. Ma per realizzarlo servono 5 milioni di euro, «soldi che per il momento non sono nella disponibilità della curatela» spiega il loro consulente ambientale, l’ingegner Carlo Gorio. Lo saranno se i curatori riusciranno a vendere gli ex stabilimenti a Castel Mella e Montirone. È in corso una trattativa con Fondital ma è proprio la presenza della discarica e la sua futura gestione a frenare l’acquisizione.
«La lettera al ministero è un’iniziativa che ho deciso di appoggiare» spiega il prefetto di Brescia Attilio Visconti, al quale va il merito di aver fatto partire l’iter per ottenere i finanziamenti previsti dalla Finanziaria 2018, che ha messo a disposizione un fondo rotativo di 15 milioni per la messa in sicurezza dei siti a bassa radioattività. «Anche io scriverò al ministero le mie considerazioni» spiega Visconti, che non vuole e non può entrare in polemica con il Governo: «Chiederò che sia possibile attingere ad i fondi rimanenti oppure che la nuova Finanziaria possa prevedere dei fondi ad hoc proprio per il sito di Capriano». C’è un altro aspetto da chiarire: a chi andranno le somme stanziate dal ministero; «Si dovrà individuare la stazione appaltante un ente, che sia la Provincia o la Regione, in grado di sostenere le gare d’appalto per individuare le ditte incaricate di eseguire i lavori».
Altro aspetto che dovrà essere sviluppato nei prossimi incontri è dove finiranno le scorie presenti nelle quattro fonderie beneficiarie dei fondi. Per la Iro di Odolo e l’Alfa Acciai, visti i grandi quantitativi, conviene realizzare un bunker come già fatto in passato per la Acciaierie Venete di Sarezzo o per la Rvd di Lumezzane. Altro discorso per le scorie contenute nei capannoni della Metalli Capra di Montirone (19 fusti e 12 cassoni metallici) e Castel Mella (25 contenitori metallici e 3 big bag). Potrebbe essere conveniente spostarli nel deposito temporaneo di Casaccia (Roma). «Se avanzassero dei soldi il ministero ci deve dire se fosse possibile girarli sulla discarica di Capriano» chiude il prefetto. (p.gor.)
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BRESCIA / CRONACA
Sos del Prefetto: «Il governo dia fondi per la discarica Metalli Capra»
Il sito radioattivo di Capriano escluso dai fondi governativi: a rischio l’intervento di messa in sicurezza. Visconti: «Scriverò anche al ministero dell’ambiente»
La scorsa settimana il ministero dell’Ambiente ha stanziato 5,12 milioni per mettere in sicurezza sei dei nove siti bresciani contenenti scorie a bassa radioattività, prodotte dalla fusione accidentale di rottame contaminato. Eppure non è arrivato un euro per la discarica più grande, ovvero la Metalli Capra di Capriano del Colle, che contiene 82.500 tonnellate di materiale intriso di Cesio 137 ed ha una potenza radioattiva molto più elevata rispetto alle altre (ovvero mille Giga becquerel).
Un bel rebus, visto che il sito figura essere il secondo della classifica delle dodici principali «criticità» stilata da Isin (ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) ed inviata al ministero. Sito dove è sempre presente il problema del percolato, creato dalle abbondanti piogge, anche se per ora bastano le due nuove cisterne installate. Al primo posto di quella classifica troviamo l’ex cava Piccinelli in città (alla quale è andato un milione di euro); al quarto e sesto posto rispettivamente i capannoni dell’ex fonderia Capra a Montirone e Castel Mella, dove si trovano ancora fusti e cassoni contenenti scorie radioattive ( hanno ricevuto da Roma un milione di euro ciascuno). Al quinto posto la Service Metal Company di Mazzano (ha ricevuto 126 mila euro); al nono la Iro di Odolo (anch’essa avrà un milione), all’undicesimo posto l’Alfa Acciai (beneficiaria di un altro milione). Quest’ultima acciaieria, tra l’altro ha il materiale più contaminato già stoccato in fusti di cemento armato, quindi in parziale sicurezza.
La ratio della ripartizione dei fondi ministeriali privilegia i siti industriali. Ma a questo punto ci si chiede come mai è stato assegnato un milione all’ex cava Piccinelli, che è a tutti gli effeti una discarica. Per avere ulteriori informazioni i curatori fallimentari della Metalli Capra (Stefano Midolo, Davide Felappi e Leandro Di Prata) in settimana scriveranno al ministero, di concerto con Arcadis, la società specializzata in bonifiche che ha già redatto un progetto di copertura della discarica di Capriano. Ma per realizzarlo servono 5 milioni di euro, «soldi che per il momento non sono nella disponibilità della curatela» spiega il loro consulente ambientale, l’ingegner Carlo Gorio. Lo saranno se i curatori riusciranno a vendere gli ex stabilimenti a Castel Mella e Montirone. È in corso una trattativa con Fondital ma è proprio la presenza della discarica e la sua futura gestione a frenare l’acquisizione.
«La lettera al ministero è un’iniziativa che ho deciso di appoggiare» spiega il prefetto di Brescia Attilio Visconti, al quale va il merito di aver fatto partire l’iter per ottenere i finanziamenti previsti dalla Finanziaria 2018, che ha messo a disposizione un fondo rotativo di 15 milioni per la messa in sicurezza dei siti a bassa radioattività. «Anche io scriverò al ministero le mie considerazioni» spiega Visconti, che non vuole e non può entrare in polemica con il Governo: «Chiederò che sia possibile attingere ad i fondi rimanenti oppure che la nuova Finanziaria possa prevedere dei fondi ad hoc proprio per il sito di Capriano». C’è un altro aspetto da chiarire: a chi andranno le somme stanziate dal ministero; «Si dovrà individuare la stazione appaltante un ente, che sia la Provincia o la Regione, in grado di sostenere le gare d’appalto per individuare le ditte incaricate di eseguire i lavori».
Altro aspetto che dovrà essere sviluppato nei prossimi incontri è dove finiranno le scorie presenti nelle quattro fonderie beneficiarie dei fondi. Per la Iro di Odolo e l’Alfa Acciai, visti i grandi quantitativi, conviene realizzare un bunker come già fatto in passato per la Acciaierie Venete di Sarezzo o per la Rvd di Lumezzane. Altro discorso per le scorie contenute nei capannoni della Metalli Capra di Montirone (19 fusti e 12 cassoni metallici) e Castel Mella (25 contenitori metallici e 3 big bag). Potrebbe essere conveniente spostarli nel deposito temporaneo di Casaccia (Roma). «Se avanzassero dei soldi il ministero ci deve dire se fosse possibile girarli sulla discarica di Capriano» chiude il prefetto. (p.gor.)
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